Nola, crisi politica: i deboli “sussurri” della maggioranza ed il silenzio “tattico” dell’opposizione. Siamo di fronte ad un’impasse di sistema: “a nuttata” è più profonda di quanto appare
Nola – Una crisi silenziosa. Dopo il primo giorno di clamore e di corale sostegno al sindaco Gaetano Minieri, la routine quotidiana sembra aver preso il sopravvento e l’argomento passato, come in un semplice click, in secondo piano. E’ come se tutti i protagonisti della vicenda attendessero il trascorrere dei venti giorni per dire la propria e scatenare la tempesta delle dichiarazioni che inonderà le bacheche di tutti
Un silenzio assordante proviene anche dall’opposizione. Poco prima dell’annuncio shock del sindaco Minieri nel quale ha manifestato la decisione di voler lasciar l’incarico, i consiglieri di minoranza si erano prodotti in una serie di interventi sia sui social sia con atti depositati presso le sedi competenti che facevano presagire un rinnovato pressing all’attacco nei riguardi del sindaco. Il riferimento, ad esempio, è ad alcune ordinanze, giudicate, quanto meno, “poco chiare”. Per non parlare poi della vicenda della partecipazione del primo cittadino alla commemorazione funebre di Carmine Sommese, presso l’ospedale di Nola, che ha dato fiato alle trombe della polemica ed anche a qualche atto formale alla Procura.
Ed invece dinanzi ad un fatto politico così forte che sancisce un momento di grave conflitto interno, nemmeno una parola. Un silenzio assordante e premeditato, di natura tattica finalizzato ad evitare ogni appiglio che possa ricompattare la maggioranza.
Un tempo, queste occasioni rappresentavano il momento in cui si consumava un sano confronto dialettico capace di coinvolgere l’intera comunità. Oggi, nell’era dei social i veri motivi della crisi restano sconosciuti alla cittadinanza, in un limbo tra generiche dichiarazioni di vicinanza al sindaco da parte dei consiglieri di maggioranza e l’assoluto silenzio dell’ opposizione. Insomma, la vicenda vista nell’ottica del corretto atteggiamento istituzionale potrebbe sintetizzarsi affermando “Se Atene piange, Sparta non ride”.
Ormai siamo alla morte della politica, schiacciata tra la paranoica rincorsa ai like e l’insulto social. A mancare è la capacità di poter argomentare le proprie ragioni soprattutto nelle sedi competenti che restano sempre più vuote e desolate. Basti pensare ai pochissimi Consigli comunali celebrati dall’inizio di questa consiliatura.
Intanto la sabbia nella clessidra continua a scorrere e la sensazione che più che una crisi di maggioranza si tratti di una crisi di sistema che va oltre il momento attuale, è sempre più palese. Un’ impasse strutturale che appare difficile da superare qualunque sia l’esito di questa “pausa riflessione”. Insomma, “a’ nuttata “sembra essere più lunga di quanto appare.