Eesperienze professionali che “raccontano” l’Italia al vertice del sindacato nazionale dei segretari comunali Valeria Rubino e Raffaele Quindici della Campania
Napoli – «Agevolare il superamento del divario generazionale che caratterizza il mondo del lavoro ed anche il nostro, trasformare le differenze di condizioni personali e di contesto territoriale in un arricchimento: queste le coordinate della mia azione nella Segreteria Nazionale».
Valeria Rubino, classe 1960, è uno dei vicesegretari nazionali dell’Unione dei segretari comunali e provinciali che ha celebrato a Roma il XXI Congresso. È nata a Roma ma “sotto il segno” della Campania. Ha infatti trascorso gli anni della formazione e dell’università a Salerno, dove ha svolto anche attività giornalistica con la collaborazione al quindicinale Dossier Sud diretto da Joe Marrazzo, «esperienza – sottolinea – risultata determinante anche nel lavoro di segretario comunale». E oggi è in servizio nel Comune di Nocera Inferiore.
La Campania è d’altronde molto presente nel sindacato. Il segretario nazionale, eletto per il terzo mandato consecutivo, è Alfredo Ricciardi, in servizio in Lombardia, ma – come ama sottolineare – di origine napoletana e la più giovane componente della segreteria nazionale è Sonia Lamberti, nata a Nocera Inferiore anche se in servizio ad Arcinazzo Romano. Non è tutto. Ad entrare come componente elettivo della Direzione nazionale, una figura che è stata tenuta a battesimo proprio da questo congresso, c’è anche Raffaele Quindici, segretario dell’Unione provinciale di Avellino e segretario comunale di Taurano e Liveri.
E sarà un caso ma nel ripercorrere le storie professionali degli esponenti campani della categoria si rivede in filigrana gran parte della storia dell’Italia degli ultimi decenni.
Sia Rubino sia Quindici, d’altronde, hanno cominciato questo “mestiere” da giovanissimi e fin da allora si sono avvicinati all’Unione. Quindici, che oggi ha 47 anni, ha sulle spalle 21 anni di carriera. Rubino ha iniziato come aspirante segretario già a 23 anni. Ed eccola al suo primo incarico effettivo nell’Irpinia distrutta dal terremoto del 1980 (a Senerchia), e poi a Siano colpito dall’alluvione del 1998, per approdare, dopo gli incarichi a Cava de’ Tirreni e a Montecorvino Rovella, in quella Nocera Inferiore infestata dalla camorra degli Anni Ottanta, che aveva indagato da giovane giornalista e che oggi – sottolinea – «anche con l’impegno delle amministrazioni deve rimanere marginalizzata per dare spazio alle grandi potenzialità di un contesto complesso ma vivace».
Un modo, anche questo, di ricordare quanto vicina ai cittadini e immersa nella quotidianità del vivere civile sia la “professione” del segretario comunale, un alto dirigente della pubblica amministrazione che esprime le proprie prerogative professionali in tutto il territorio italiano, dai centri più piccoli alle capitali. «Il nostro sindacato – ricorda Rubino – dopo la fase di emergenza vissuta con le alterne vicende della Riforma della Pubblica Amministrazione deve fortemente contribuire a promuovere le grandi potenzialità di questa categoria, per un verso valorizzando ruolo e funzioni, per altro verso accogliendo nuovi apporti e arricchendo sempre più il proprio dibattito interno».
Rimasto sempre nell’alveo del sindacato ma per qualche anno con un maggiore distacco, lo stesso Quindici ha sentito la responsabilità di “dare un contributo” alla sua comunità professionale. «La nostra figura è stata sottoposta a tanti stravolgimenti, anche a veri e proprio attacchi», dice. «Eppure è sotto gli occhi di tutti come noi segretari siamo straordinariamente utili agli enti locali in cui operiamo e alle intere cittadinanze. Siamo a contatto quotidiano con le istanze, i bisogni, gli auspici dei cittadini. Tocchiamo le vite di tantissimi. Da ciò deriva una responsabilità che è anche un motivo di orgoglio».
E non è tanto per dire. Quindici ha superato diversi concorsi, vincendo posti importanti, da funzionario di Regione. Ma poi, semplicemente, non ce l’ha fatta a lasciare il suo lavoro. «Il segretario studia sempre, conosce sempre persone nuove, affronta sempre problemi diversi. Non si annoia mai e, soprattutto, è effettivamente multidisciplinare. Coordinando per contratto tutti i dirigenti dell’ente locale, tra l’altro, ha l’obbligo di sapere tanto quanto loro, o anche qualcosa in più, ma per tutte le aree, per tutte le competenze. Sono innumerevoli gli spunti, e c’è sempre qualcosa da imparare. Al contrario di quello che si può pensare, si ha l’opportunità di vedere concretamente gli effetti del proprio lavoro. E si è ‘costretti’ a fare sempre meglio».