Nola, “agosto nero” per l’ospedale: carenza di personale e operatori costretti a rivedere le ferie per garantire i livelli essenziali di assistenza. L’emergenza continua
Nola – L’ospedale di Nola è in “codice rosso”. A lanciare l’allarme è ancora una volta la sigla sindacale, Fsi, che denuncia lo stato di profonda difficoltà che vive il nosocomio a causa di una grave carenza di personale che ormai persiste da tempo.
“La situazione, – si legge in una nota del sindacato – nonostante gli sforzi profusi dalla Direzione strategica, sta assumendo contorni quasi drammatici a tal punto che non si riescono più ad organizzare i turni ed il personale è al collasso. Basti pensare che nel mese di agosto- continua ancora la nota – molti operatori, in particolare quelli del Pronto soccorso ma non solo, sono stati costretti a rinunciare alle ferie già programmate e calendarizzate per sopperire ai vuoti di organico che, all’uopo, si sono verificate”.
Quanto era stato ampiamente preannunciato si è puntualmente verificato. Nel corso di questo periodo estivo è bastata la mancanza di alcune unità, per motivi diversi, anche per malattia, per mandare in tilt l’intero sistema. Come confermato dalla stessa Fsi. molti operatori hanno dovuto rivedere i piani delle ferie, in alcuni casi, rinviandole appena la situazione si sarà normalizzata. Le poche unità che pur sono giunte nei mesi scorsi non hanno inciso in maniera significativa per rimettere tutto in linea di galleggiamento. Lo stesso direttore del nosocomio aveva dettagliatamente rappresentato lo stato di fabbisogno del personale. Prescrizioni e richieste che sono state prese in considerazione solo in maniera simbolica, lasciando inalterata la situazione di precarietà.
A mancare all’appello, tra i presidi sanitari di Nola e Pollena Trocchia, secondo una recente stima, sarebbero ancora 43 medici e 70 ausiliari. Numeri che per il 90 per cento si riferiscono, però, al Santa Maria della Pietà. Una situazione che si riflette in maniera negativa sulle prestazioni da erogare che vede oltre alla mancata attivazione delle due camere operatorie, il caso della emodinamica che resta accessibile solo per 12 ore piuttosto che “h 24” come era nelle intenzioni iniziali. Un vulnus che rende la risposta sanitaria dell’ospedale sempre affannata e dove i livelli essenziali di assistenza sono garantiti solo dalla abnegazione e dalla professionalità del personale presente. Il caso emblematico è proprio quello delle nuove sale operatorie, inaugurate da mesi e mai fino ad ora entrate in funzione. E questo, nonostante le ampie assicurazioni di immediata operatività affermate. nel corso del taglio del nastro. svoltosi in pompa magna alla presenza dello stesso presidente De Luca.
Il punto di collasso è però ormai molto vicino e non si potrà andare avanti in questo modo ancora a lungo se la richiesta, ormai disperata, di “rinforzi” rimarrà costantemente inascoltata da chi di dovere.
A tutto questo vanno aggiunte le problematiche di carattere strutturale come nel caso della Farmacia che spesso vede la presenza di estranei e non addetti ai lavori. Anomalie che per ora non hanno ancora causato grossi danni, ma che potenzialmente rappresentano un forte pericolo visto il materiale estremamente sensibile che vi è custodito. A tal proposito, sempre la Fsi chiede l’istallazione di una porta dotata di videocamera all’ingresso dell’anticamera che porta al reparto.