Nola, 19 agosto 14 d.C: muore Ottaviano Augusto. Le ricerche della villa del grande imperatore non hanno portato a nessun risultato. Cesarano, funzionario Soprintendenza “Che questo evento costituisca il pretesto per riscoprire la bellezza del nolano”
Nola – “Acta est fabula, plaudite!” Con questa frase pronunciata in punto di morte, Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, si congedò dalla scena mondiale del suo tempo di cui fu assoluto protagonista, consegnandosi, in questo modo, all’immortalità della storia.
Le fonti storiche ci dicono che spirò a Nola o meglio apud Nolam, “presso Nola”. Per molto tempo, soprattutto negli anni ’30 del novecento ci si è affannati nell’ estenuante ricerca della villa in cui il celebre Augusto trascorse i suoi ultimi momenti fino a giungere a quel fatidico 19 agosto del 14.d.C. Una “caccia” ad un nuovo “Santo Graal” alimentato soprattutto dalla propaganda fascista che proprio in quegli anni si proponeva di rispolverare i fasti dell’Impero. Un progetto politico che non poteva escludere la città di Nola che fu omaggiata anche con una statua dell’imperatore che fa bella mostra di sé in piazza Duomo. Ma per la fantomatica villa si trattò più di un tentativo debole e con scarsi risultati, visto che anche a quell’epoca gli sforzi maggiori, soprattutto sul piano finanziario, erano focalizzati su Pompei ed Ercolano, come confermano i carteggi e le comunicazioni ufficiali di allora.
Degna di menzione è la vicenda del complesso di Somma Vesuviana che fu scoperta proprio negli anni trenta dall’archeologo Matteo Della Corte che artatamente venne fatta credere, per le sue mastodontiche dimensioni, come la villa di Augusto. Un assioma affermato più per logica che per riscontri storico – scientifici che anzi dopo poco smentirono la possibilità che il rinvenimento potesse essere collegato all’imperatore, visto che i resti della struttura risalivano ad un’ epoca successiva.
Dopo essere caduta nell’oblio, nel 2002 il Ministero dei Beni culturali ha concesso all’università di Tokyo di continuare gli scavi che vengono ancora oggi portati avanti dal team del professor Aoyagi.
Ma quale valenza riveste ancora l’appuntamento storico del 19 agosto del 14.d.C per il territorio nolano e vesuviano più in generale?
“Deve essere la spinta alla valorizzazione delle numerosissime testimonianze storiche che sussistono in quest’ area da sempre grande attrattore culturale – afferma Mario Cesarano, funzionario della Soprintendenza – è necessario riuscire a costruire dei percorsi alternativi realmente appetibili intorno a città come Nola, Cimitile, Pollena Trocchia, Terzigno, Somma Vesuviana, San Paolo Bel Sito. Si tratta di luoghi che possono essere delle varie alternative ai tradizionali siti turistici che non hanno ancora la platea che meritano solo per la mancanza di una adeguata promozione e per l’assenza di un efficiente sistema di accoglienza. In questo – conclude Cesarano – tutte le istituzioni sono chiamate ad unirsi e a profondere un impegno maggiore”.
di Antonio D’Ascoli