Gigli 2017, le macchine terminano integre il percorso: il manuale Arienzo produce i suoi effetti positivi rispetto al passato
Nola – Al rientro dalle “fatiche” del tradizionale percorso pomeridiano i “Giganti di legno e cartapesta”, i Gigli e la Barca, si sono presentati integri e senza segni particolari di danneggiamenti o collassi evidenti. La differenza con gli ultimi anni è visibile ad occhio nudo, allorché gli obelischi, fino allo scorso anno, si presentavano con profonde spaccature e cedimenti che si manifestavano già a metà percorso. L’applicazione del nuovo protocollo condiviso con le botteghe e confluito nel così detto manuale Arienzo, promosso dalla Fondazione Festa dei Gigli, si può affermare che abbia funzionato pienamente.
Come tutte le novità anche l’introduzione di misure più consone, per questo primo anno, non è stato immune da difficoltà e criticità. Basti ricordare la tormentata vicenda che ha riguardato i tre Gigli risultati, dopo le verifiche, non conformi alle misure prescritte. Una situazione che è stata possibile superare solo dopo la prescrizione di collari metallici, la deroga eccezionale al protocollo, e l’ apertura di un provvedimento disciplinare nei confronti della bottega che ha realizzato, due dei cinque Gigli affidategli, senza rispettare i parametri previsti dal manuale.
Ma al netto di questa circostanza va evidenziato che ormai la costruzione delle macchine ha un modello scientifico a cui deve conformarsi e rispetto al quale non sono ammesse più trasgressioni. Un obiettivo storico quello raggiunto dalla Fondazione Festa dei Gigli e dall’amministrazione comunale che ha messo fine al fenomeno dello “snellimento” costante degli obelischi che negli ultimi anni aveva raggiunto contorni estremi, con dimensioni sempre più ridotte che avevano condotto le strutture al limite della trasportabilità e della collaudabilità. Finalmente, la sicurezza e l’identità culturale delle macchine tornano al centro dell’attenzione in luogo della competizione più sfrenata delle paranze che negli ultimi anni pretendevano strutture sempre più leggere per favorirne la competizione e le perfomance. Oltre alle dimensioni, il manuale Arienzo ha anche reintrodotto alcuni pezzi, come le famose “croci di Sant’Andrea”, che da tempo erano stati eliminati per aumentare la flessibilità dei Gigli. Una “manomissione” che però stava giungendo ad un punto di alta pericolosità.
Certo, nonostante tutto, i problemi tecnici non sono mancati come è normale che sia nel corso di una lunga sfilata con aste sottoposte a numerose sollecitazioni. Ma il dato importante è che le macchine sono giunte tutte integre. Ora le paranze devono confrontarsi con la maggiore pesantezza delle strutture e la loro minore manovrabilità. Un “dazio” da pagare a favore di quel livello di sicurezza che oggi è certificato dal modello scientifico del protocollo e non più solo da dati empirici tramandati nel corso del tempo. Questo impone per forza di cose perfomance di minor quantità, un’ ottimizzazione delle risorse disponibili, e la valorizzazione dell’aspetto qualitativo della prestazione.