Gigli, Salvatore Minieri protagonista con il Fabbro 2017. “La competizione non ci faccia dimenticare il senso della nostra tradizione, fondata sugli insegnamenti di San Paolino”
Nola – È sicuramente tra i cantanti dei Gigli più amati e conosciuti. Una notorietà che abbraccia tutti gli appassionati di questa tradizione. Nonostante la sua giovanissima età, lo si può già considerare un veterano: sin dalle sue prime apparizioni, Salvatore Minieri ha sempre avuto il crisma del predestinato e dell’enfant prodige. Per questa edizione della Festa dei Gigli sarà protagonista con il Giglio del Fabbro, in coppia con Luigi Abate. Ad accompagnarlo sulla tavola portamusica sarà l’orchestra della “C2 band”. Per l’ottava volta, la settima consecutiva, si ritrova in abbinamento con la paranza Trinchese, tra le più longeve dell’intero circuito dei Gigli, con i suoi oltre 40 anni di storia.
Salvatore vive la vigilia della “ballata” dei “giganti di legno e cartapesta”, con la solita concentrazione per poter coinvolgere a pieno, con l’energia di sempre, i tantissimi amanti della Festa che parteciperanno alla millenaria tradizione che si ripete. L’aria che si respira nel comitato Fabbro 2017, denominato l’Emblematico è quella giusta: entusiasmo e amore per la Festa. “È un clima bellissimo quello che si vive in questo comitato – afferma Minieri – mi ritrovo tra autentici appassionati della Festa. Questo incide molto positivamente anche sulla buona riuscita della stessa esibizione musica e performance della paranza”. Come di consuetudine, anche per questa edizione, il repertorio di Minieri si presenta molto vasto e idoneo ad accontentare un’ ampia fetta di pubblico. Brani che vanno dalla musica pop italiana a quella napoletana, tutti adattati alla ritmica del trasporto dell’obelisco. Di grande effetto emozionale è la canzone dell’alzata, scritta da ” Agglomerato zero”, “Le mie ventiquattro ore” che descrive in maniera particolareggiata l’intera giornata della ballata, con tutte le emozioni che attraversano l’animo di un vero “gigliante”. Salvatore Minieri sale per la prima volta su un giglio nel 2001 a Barra: il Giglio era quello del Comitato Sant’Antonio condotto dalla paranza “Nuova Gioventù” di Casavatore. Ha appena 14 anni e mezzo. Nello stesso anno si ripete, esibendosi alla festa di Casavatore, sempre con la Gioventù, e poi a Caivano con il comitato ” Mastini”. Il debutto a Nola, sul palcoscenico della “Madre di tutte le feste”, arriva nel 2002 con la Barca, poco più che quindicenne. Quell’anno la macchina, che ricorda il ritorno di San Paolino dalla prigionia, venne realizzata con un giglio a quattro facce all’interno, risultando unica nel suo genere. A trasportarla fu la paranza Pollicino con la quale, Minieri, si è esibito per quattro edizioni. “Sarà la prima Festa senza Gennaro Pollicino, il cui vuoto è ancora molto presente. Che ricordo conservi di lui?” “Ho conosciuto pochi uomini come lui – risponde Salvatore, tradendo una certa emozione – un grande capoparanza, ma soprattutto una bellissima persona”. La storia più che quarantennale della Pollicino ora proseguirà con la guida di Francesco, figlio di Gennaro, a cui Minieri esprime i migliori in bocca a lupo per tante pagine da scrivere nel grande libro della Festa. Quest’ultima, si sa, racchiude tante emozioni ed un pizzico di competizione che però non deve mai smarrire il vero senso della tradizione. “Non dobbiamo dimenticare – conclude Minieri – che la nostra Festa è dedicata a San Paolino che è stato maestro di amicizia, solidarietà, fratellanza. Proprio per questo, come suoi figli, dobbiamo tenere ben presenti i suoi insegnamenti”.