Decima Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, al Neapolisanit di Ottaviano la première della serie web “Quello Che Vedo”
Ottaviano – Domenica 2 Aprile, in occasione della decima Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo, alcentro “Neapolisanit” di Ottaviano (NA) è andata in scena la première della serie web “Quello Che Vedo”, un progetto sociale che nasce dalla determinazione di tre giovani autori campani – Vincenzo Catapano, Maia Salvato e Laura Pepe – di portare alla ribalta mediatica le problematiche correlate ai disturbi dello spettro autistico. Al “Neapolisanit”– centro che ha per suo scopo istituzionale l’abilitazione, l’educazione e la riabilitazione di soggetti con deficit fisici-psichici-sensoriali, in regime ambulatoriale, domiciliare e semiconvitto – durante la proiezione presenti i già citati autori, il regista Maurizio Casagrande e parte del cast artistico: Anna Spagnuolo,Tiziana De Giacomo, Salvatore Catanese, Maria Teresa Amato, Antonio D’Amora e Lucia Manfuso, oltre al Maestro Antonio D’Apolitoe al Maestro Luigi Ferrara,ideatori dei temi della serie e, insieme alla propria band, Gli Insana Percezione, della colonna sonora dal titolo “La Bottega delle Meraviglie”. Alla première della serie web, sei puntate dalla durata di venti minuti, hanno preso parte anche i ragazzi autistici con le proprie famiglie.
“Quello che vedo” racconta la storia della famiglia Balestrieri, in particolare di Filippo, ragazzo autisticodi 25 anni, protagonista della serie insieme a suo padre Carlo (Fabio Fulco) e al fratellino Mirko (Antonio D’Amora). La maestra assegna a Mirko un compito, il titolo è appunto ‘Quello che vedo’: parte da lì il racconto della quotidianità della famiglia Balestrieri, un po’ diversa, ma che a Mirko piace così com’è. L’autismo di Filippo fa da sfondo ad altre vicende, al cui centro c’è l’integrazione di altre forme di diversità. Una storia che parla di autismo e di integrazione di soggetti affetti da tale patologia, mettendo in primo piano le difficoltà degli stessi e delle proprie famiglie, tuttavia utilizzando toni leggeri e delicati: “Quello che vedo” non è una semplice serie web, è un progetto importante, un’idea per sensibilizzare e informare sul tema dell’autismo.Già da diverse settimane gli autori stanno portando avanti un’azione di sensibilizzazione nelle scuole del territorio campano, al fine di contribuire a costruire tra i giovani un clima che possa facilitare l’integrazione e la corretta socializzazione dei ragazzi autistici: il Liceo “Rosimini” di Palma Campania, l’I.C. “Cozzolino-D’Avino” di San Gennaro Vesuviano, il Liceo “Brunelleschi” e l’Istituto “Sandro Pertini” di Afragola, l’IC “F.lli Linguiti” di Giffoni, l’IC “Lanzalone-Posidonia” di Salerno, poi Cava e Napoli con la Scuola Media “Carlo Poerio” sono state le tappe del progetto “Quello che vedo – Speciale scuole” e sonoin programma altre date tra aprile e maggio.
Vincenzo Catapano, autore e interprete del ragazzo affetto da autismo, Filippo Balestrieri,ci ha raccontatole sue sensazioni: “E’ sorprendente il riscontro positivo che abbiamo avuto dagli studenti. In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo al centro ‘Neapolisanit’ di Ottaviano per la prima volta un pubblico ampio di adulti, cast compreso, ha visto la serie web integralmente. Domenica un pezzettino del mio sogno si è avverato, un’emozione forte. Insieme a Maia e Laura abbiamo introdotto la serie, facendo capire tutte le difficoltà che abbiamo incontrato nella realizzazione, poi superate con passione e dedizione. Con un filo di voce e qualche lacrima ci ho tenutoaringraziareil centro ‘Neapolisanit’, l’Irfid, le mie amiche e colleghe, gli attori, Maurizio Casagrande – artista che ammiro, uomo di grande sensibilità e generosità, che ha preso molto a cuore questo progetto –, i ragazzi del centro, ma in particolare Danilo, ragazzo autistico di 28 anni che ho conosciuto al centro e alquale ci siamo ispirati per la stesura di ‘Quello che vedo’ e per il personaggio di Filippo da me interpretato. La serie non è ancora fruibile sul webin quanto vorremmo che il prodotto cresca ancora, per entrare direttamente nelle case delle persone e parlare di autismo, far conoscere, sensibilizzare. Puntiamo alla tv, ma per il momento continuiamo a crederci come quando tutto è nato e intanto incrociamo le dita”. (foto Michele Iacondino)
di Felice Nappi