Cicciano, festa di Sant’Antonio Abate dal 20 al 23 gennaio
Cicciano – Tanti gli appuntamenti previsti nel comune di Cicciano durante tutto il week end per celebrare degnamente la Festa di Sant’Antonio Abate,il santo anacoreta amato dai napoletani, di origini egiziane.
Sante messe, balli e canti popolari, tammurriata, processioni e falò allieteranno i cittadini presenti all’evento in onore del santo venerato da oltre un secolo,tra i più illustri eremiti della storia della Chiesa, protettore degli animali domestici, degli allevatori, dei contadini e di tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco.
La manifestazione, organizzata dall’associazione Sant’Antonio Abate, si svolgerà dal 20 al 23 gennaio prossimo.
La“Festa di San’Antuono” è uno degli eventi più sentiti dalla comunità di Cicciano e le origini di essa vanno ricercate nelle radici antropologiche delle civiltà contadine.
Il fuoco, in particolare, assume in questa festa molteplici significati che attingono al sacro e al profano.
La leggenda vuole che Sant’Antonio abbia affrontato il diavolo nel deserto e perfino tra le fiamme dell’inferno.
I falò, i colorati fuochi pirotecnici, insieme con i ritmi delle tammorre, allontanano le presenze maligne che proliferano nelle notti invernali, rompono le tenebre e il freddo.
Il fuoco, inoltre, è un simbolo di cambiamento perché porta purificazione e rigenerazione. A gennaio la terra riposa e rinnova la sua fertilità per la prossima primavera. Oggi Sant’Antonio raccoglie l’eredità di Demetra, la dea del grano e dell’agricoltura, invocata in questo periodo da riti pagani, in concomitanza con i cicli astronomici che regolano le pratiche agricole tradizionali.
Tali pratiche, inoltre, sono sempre state legate alla presenza di animali domestici.
Gli animali aiutano i contadini nel lavoro della terra, la concimano con le loro fecie diventano scorte di cibo grasso per affrontare l’inverno, prima delle astinenze e dei digiuni quaresimali. Il sabato della festa di Sant’Antoniosi apre con la processione degli animali e la loro benedizione di fronte alla chiesa del santo.Per invocare la fortuna, i ciccianesi e i loro animali domestici compiono tre giri intorno alla chiesa del santo.
Oggi sono soprattutto cani ed altri animali da compagnia a sfilare, poche invece le bestie legate alle attività agricole. L’invocazione del Santo nella sua Chiesa è affidata ai cantori.
Un grande focarone si accende in piazza ed iniziano le danze al ritmo di tamburi, putitpù, ciaramelle e cornamuse, con tutti i più importanti gruppi di musica popolare della Campania.
I focaroni nelle corti delle storiche masseriee nelle strade fanno da sfondo acanti e balli. Nei giorni delle celebrazioni, si svolgono anche una processione conballata finale della statua, ed è possibile degustare prodotti tipici, grigliate e assistere allegare di bombe da tiro e fuochi pirotecnici
di Ilaria Cappuccio