Il Papa si rivolge all’Onu: “Non si può permettere il traffico delle armi”
La fame come arma di ricatto. L’analisi che viene fatta davanti agli ambasciatori è ampia nella sua crudezza. “Un popolo gioca il proprio futuro nella capacità di farsi carico della fame e della sete dei suoi fratelli. In questa capacità di soccorrere l’affamato e l’assetato possiamo misurare il polso della nostra umanità”. Prima di pronunciare il discorso Bergoglio ha sostato qualche minuto in silenzio davanti al muro della Memoria, una lapide sulla quale sono incisi i nomi dei volontari del Pam morti in missione.
C’è una tendenza in corso che allarma il Papa. “Quando la miseria cessa di avere un volto, possiamo cadere nella tentazione di iniziare a parlare e a discutere sulla fame, l’alimentazione, la violenza, lasciando da parte il soggetto concreto, reale, che oggi ancora bussa alle nostre porte. Quando mancano i volti e le storie, le vite cominciano a diventare cifre e così un po’ alla volta corriamo il rischio di burocratizzare il dolore degli altri. Le burocrazie si occupano di pratiche; la compassione, invece, si mette in gioco per le persone”.
Le parole del Papa sono state accolte con grande soddisfazione da tutte le food bank del mondo, una realtà che arriva subito dopo il WFP nella distribuzione di alimenti ai più poveri con 6,2 miliardi di pasti distribuiti nel 2015 a oltre 58 milioni di persone, di cui 1.5 milioni solo in Italia per merito del Banco Alimentare.