I “cibi cattivi” che fanno bene alla salute

Le uova? Fonti di proteine, vitamine e minerali; i grassi spalmabili, come margarina o burro? Un aiuto contro i problemi cardiovascolari; le patate? Contengono carboidrati e vari tipi di vitamine; i latticini? Molto meno dannosi di quanto si pensi; gli arachidi? Aiutano a prevenire gli infarti.

Sono questi, in estrema sintesi, i messaggi che emergono da un recente studio su cinque alimenti considerati “cattivi”, che medici e nutrizionisti ci sconsigliano di assumere per le conseguenze negative sulla salute. Ebbene, il professor Scott Harding, titolare di Scienze nutrizionali presso il King’s College di Londra, mette ora l’accento sugli aspetti più trascurati di questi cinque alimenti, soffermandosi cioè sui benefici che, se assunti nelle giuste quantità, questi “falsi nemici” contribuiscono a produrre. Il docente inglese cerca in altre parole di togliere il veto ad arachidi (e relativo burro), uova, margarina, patate e ai tanto bistrattati formaggi, considerati altamente grassi e quindi da consumare il meno possibile.

Vediamo quindi a quali conclusioni è giunto il suo studio, partendo dalle uova. A lungo si è ritenuto che facessero male al cuore: un uovo di grandi dimensioni, infatti, contiene circa 185 mg di colesterolo “da alimenti”, ritenuto il principale responsabile dell’innalzamento dei livelli di colesterolo nel sangue (quello che, se agglomerato in dosi eccessive, provoca l’occlusione delle arterie e il rischio di problemi cardio-vascolari). Negli ultimi 20 anni, però, alcune ricerche hanno mostrato che una normale assunzione di questo tipo di colesterolo ha un’influenza davvero bassa sui livelli di accumulo nel sangue. Ora, finalmente, gli esperti di nutrizione (e, tra questi, c’è il professor Harding) cercano di fare un po’ di chiarezza, sostenendo che le uova sono un’importante fonte di proteine, grassi sani, minerali e diverse vitamine.

Veniamo al burro, alle margarine e a tutti i grassi spalmabili, la cui storia nutrizionale è alquanto confusa: la margarina, costituita per lo più di grassi vegetali, è stata usata nella maggior parte dei paesi sviluppati fin dalla metà del XIX secolo, in sostituzione del burro. Questo perché, oltre a costare di meno, veniva consigliata dagli esperti, che la ritenevano più salutare: mangiare una quantità inferiore di grassi saturi, infatti, aiuta a prevenire disturbi cardiaci. Sebbene, quindi, ciò abbia portato a un calo del numero di persone affette da problemi vascolari, i ricercatori hanno notato un collegamento tra l’assunzione di TFA (acidi grassi “trans”) – un tipo di grassi a volte utilizzati nella margarina e in parte costituiti da grassi vegetali idrogenati – e le malattie del sistema cardio-circolatorio. Così la margarina senza TFA si è presto diffusa nel mercato, ma il dubbio se i grassi vegetali spalmabili fossero sicuri sembrava essere rimasto. Purché l’olio vegetale parzialmente idrogenato non compaia tra gli ingredienti di un certo alimento, questo tipo di grassi può essere assunto; essi permettono infatti di escludere dalla dieta i grassi saturi, riducendo i rischi per la salute.

Le patate sono uno dei pochi vegetali accusati di essere “poco salutari”, a causa del loro alto tasso glicemico; sono spesso associate ai cibi costituiti da carboidrati raffinati. Ma le patate sono anche una ricca fonte di vitamina C, alcune vitamine di tipo B e minerali traccia. Il modo di prepararle può influenzare positivamente l’assunzione dell’amido, l’elemento principale presente in esse: cuocerle e farle raffreddare, infatti, aumenta la quantità di amido resistente, che rimane nell’intestino durante il processo digestivo, con un impatto positivo sulla flora intestinale.
Una volta alimenti base nella dieta di molte persone, latte, burro, yogurt e formaggi non sono più stati consumati nella stessa quantità rispetto a prima, a causa dei messaggi contrastanti sugli effetti prodotti sulla salute. I latticini contengono alti livelli di proteine e di calcio, di cui il corpo ha bisogno; vanno comunque assunti con moderazione, come alcuni alimenti ricchi di grassi saturi. Ma, sebbene sia meglio evitare questi ultimi, non è male consumare prodotti lattiero-caseari, purché ciò rientri in un quantitativo ragionevole.

E, infine, uno sfizio più che un vero e proprio alimento: gli arachidi. Alcuni suggeriscono che andrebbero soppressi dalla dieta di chiunque voglia perdere peso, essendo ricchi di grassi e calorie. Ma la ricerca del professor Harding suggerisce che si tratta di un elemento-chiave per un’alimentazione corretta: oltre a mantenere il peso corporeo, proteggono dall’infarto e da altri danni all’apparato cardio-circolatorio. Gli arachidi contengono proteine, fibre dietetiche e micronutrienti. Conclude, quindi, il nutrizionista del King’s College: «Tutti gli alimenti devono rientrare in una dieta sana. Non bisogna cadere nella trappola per cui esistono o “cibi che fanno solo bene” o “cattivi alimenti”. Il consumo entusiastico di un particolare “cibo buono” può essere peggiore che assumere un cosiddetto “cibo cattivo”».

 

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