Olio di oliva oggetto di votazione da parte di Bruxelles per togliere la data di scadenza
L’olio di oliva continua ad essere oggetto di votazioni da parte di Bruxelles. Dopo il via libera dell’UE all’importazione agevolata di 70 mila tonnellate di olio d’oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni, misura che metterà in ginocchio le imprese italiane, si deciderà se togliere o meno la data di scadenza. Eliminando il vincolo di termine minimo di conservazione dell’olio d’oliva non superiore ai 18 mesi, viene messa ancora una volta a rischio la qualità dell’offerta in Italia, poiché numerosi studi hanno dimostrato che con il tempo l’olio di oliva modifica le proprie caratteristiche. Con l’invecchiamento – precisa la Coldiretti – l’olio comincia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organolettiche che lo caratterizzano (polifenoli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organismo. E’ evidente dunque che in molti ne approfitteranno per smaltire l’olio vecchio. Il disegno di legge europea 2015, inoltre, rischia di modificare in peggio l’etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che “l’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata … con diversa e più evidente rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita”, con l’effetto di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell’olio di oliva. “Un danno per i consumatori ed i produttori in un Paese come l’Italia che è il primo importatore mondiale di olio di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri” afferma il presidente dell’associazione degli imprenditori agricoli Roberto Moncalvo.