Ospedale: mancano gli anestesisti, interventi a rischio
Nola – Quella di oggi è stata un’ altra difficile giornata per i pazienti dell’ospedale Santa Maria della Pietà. A tornare è stata la criticità relativa all’attività chirurgica che è nuovamente a rilento. Alla base del problema, una serie di carenze. In primo luogo, la mancanza di un numero sufficiente di anestesisti che possano assicurare un servizio adeguato all’utenza. A tutto questo, bisogna aggiungere i problemi relativi al mantenimento ottimale di tutta la dotazione tecnica della sala operatoria. per la preparazione dell’intervento. Nel caso di specie, sempre ieri, ad esempio, per la mancanza di nafta per due ore le sedute operatorie sono state bloccate, in quanto non si riusciva a raggiungere la temperatura sufficiente per riscaldare l’ambiente. Ormai, questi episodi si stanno ripetendo con una certa frequenza mettendo a rischio la regolare attività del nosocomio. I parenti dei pazienti sono furibondi in quanto la situazione sta costringendo tutti ad attese estenuanti. Gli stessi si lamentano anche per una certa disorganizzazione interna. In particolare, si evidenzia come non vengano rispettati criteri legati alla priorità circa l’utilizzo della sala operatoria, ma una distribuzione a priori tra i reparti. A patire più di tutti gli effetti negativi di questa situazione è il reparto di ortopedia che già sopporta quelli del turn over forzato, in relazione all’utilizzo della sala operatoria che di fatto è una sola, visto che l’altra è utilizzata unicamente per le emergenze. Il rinvio degli interventi vuol dire anche un aggravamento delle patologie da un lato, ed un maggiore costo per il sistema sanitario generale per la prolungata degenza dei pazienti, dall’altro. Molte patologie, come nel caso dei traumi e delle fratture, andrebbero curate in tempi strettissimi, previsti da protocolli mondiali. Basta farsi un giro, proprio al reparto di ortopedia, per verificare di persona. Attese estenuanti di giorni, causate dall’indisponibilità della sala operatoria che è andata ad aggravarsi con il cattivo funzionamento dell’impianto di climatizzazione. La maggior parte dei pazienti appartengono alla terza età, anche avanzata. I più giovani, infatti, preferiscono, stante questa situazione, trasferirsi in altri centri. Una platea quella che alla fine resta, che presenta a sua volta tutta una serie di fattori di malattie che non fanno altro che appesantire il quadro clinico generale e che non assicura risultati soddisfacenti, se l’intervento non viene realizzato nei tempi previsti da protocollo. A più riprese i medici hanno chiesto un intervento risolutivo al problema, ma dagli uffici si sono sentiti rispondere che si tratta di una questione tecnica a cui si sta ponendo rimedio. Ma intanto il servizio di climatizzazione continua a non funzionare. Nel frattempo per quanto riguarda l’ insufficienza di anestesiste pare che nei prossimi giorni vi possa essere un incontro particolare sulla questione.