Nola, Lsu tribunale: venerdì la protesta

Nola – I lavoratori Lsu del tribunale di Nola, pronti a scendere in piazza. L’appuntamento è previsto per venerdì alle ore 10,00 quando si terrà in Piazza Duomo una pubblica assemblea dei Lavoratori Socialmente Utili applicati presso la Procura e presso il Tribunale di Nola. In tale assemblea si discuteranno le problematiche connesse al loro rapporto di lavoro.Nel corso della riunione i lavoratori distribuiranno ai cittadini volantini esplicativi della propria azione  e chiederanno di essere ricevuti dal  Sindaco del Comune di Nola per riprendere un percorso comune finalizzato all’individuazione delle soluzioni possibili.I Lavoratori Socialmente Utili hanno deciso, inoltre, di proclamare lo stato di agitazione a partire da lunedì 16 gennaio, le cui modalità saranno successivamente rese note. “siamo, purtroppo, costretti riprendere la lotta per il riconoscimento dei nostri diritti.“Lo avevamo già fatto il 3 novembre scorso – recita la nota dei lavoratori – in quella occasione, ci fu data l’opportunità di incontrare il sindaco di Nola, avv. Geremia Biancardi, ed apprezzammo la sua disponibilità a seguire le nostre difficoltà. Purtroppo, però, da allora nulla si è mosso: dalla Provincia e dalla Regione non ci è venuta nessuna risposta positiva. Da oltre 15 anni – continua la nota – lavoriamo per conto della Provincia di Napoli applicati presso la Procura ed il Tribunale di Nola. La nostra condizione giuridica è quella di essere lavoratori senza contratto, senza copertura pensionistica, senza alcuna certezza per il futuro, chiamati ai compiti più disparati per coprire i vuoti in organico dell’Amministrazione Giudiziaria di Nola, attuando servizi indispensabili  per la collettività.In più occasioni – conclude la nota – ci è stato riconosciuto dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli il diritto alla stabilizzazione del nostro rapporto di lavoro, ma, fino ad oggi, nulla è avvenuto. Il nostro lavoro (come quello di altre migliaia di lavoratori socialmente utili della Provincia di Napoli) non è riconosciuto come tale.Di fatto è come se non esistessimo. Di fatto svolgiamo una sorta di “lavoro nero legalizzato”.

 

di Maria Magistro

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