Nola, il Liceo Carducci unito per festeggiare la “Notte bianca dei licei”
Nola –Una notte dedicata alla cultura e all’amore per i classici. Anche il liceo classico Giosuè Carducci ha aderito, lo scorso venerdì 15 gennaio, alla “Notte nazionale del Liceo Classico”. La manifestazione si è svolta dalle ore 18 alle ore 24. L’iniziativa promossa dall’associazione italiana di cultura classica di Acireale e patrocinata dal MIUR e dal Comune di Nola, si è sviluppata in contemporanea in oltre 235 licei classici d’Italia. Cinque sono state le rappresentazioni, introdotte a cavallo l’una dall’altra da due studentesse dell’ultimo anno, a cui hanno preso parte gli studenti nella palestra piccola della scuola: la tragedia “Medea”, nella quale si è vista la capacità dei giovani attori, in particolare dei protagonisti Medea (interpretata dall’alunna Teresa Lusi) e Giasone (“alias”lo studente dell’ultimo anno Paolino De Risi), nell’onorare l’opera drammatica antica per eccellenza in chiave attuale; a seguire c’è stato l’intervento dell’ex carducciano Armando Balletta, il quale è entrato a far parte dell’associazione “stabile” del teatro omonimo di Napoli e ha omaggiato in modo intenso e sublime il neo compianto Luca De Filippo con uno dei suoi cavalli di battaglia, la poesia “Vincenzo De Pretore”.
Terzo momento della serata è stato occupato dalla rivisitazione in lingua napoletana della lite tra Achille e Agamennone (tratta da i primi tre canti dell’opera omerica “Iliade”) da parte degli alunni della I A: tra il pubblico si è creata un’atmosfera divertente, grazie ad alcune battute prese spunto dallo show comico napoletano, “Made in Sud”. Durante la quarta performance, alcuni alunni di due classi ginnasiali si sono dimostrati all’altezza dei loro colleghi più grandi, facendo notare buone doti teatrali nel rappresentare l’incontro tra Antonio ed Ottaviano in senato prima della battaglia di Azio del 31 a.C., al termine della quale ebbe inizio il principato augusteo. Prima della quinta esibizione, la preside Assunta Compagnone e l’onorevole Manfredi sono intervenuti evidenziando il fatto che l’obiettivo della manifestazione era il rilancio non solo del Carducci, ma anche del Liceo Classico, al quale non si dovranno mai tagliare le radici da cui si è formato per continuare sempre e comunque ad essere un’istituzione per il nostro paese, poiché l’istruzione classica contribuisce sensibilmente a stimolare il pensiero critico e la creatività negli studenti, in quanto venire a contatto con tanti campi di studio diversi produce collaborazione e coltivazione. Ultima, ma non per importanza, messa in scena è stata realizzata dall’intervento della squadra finalista dello scorso anno delle “olimpiadi della cultura e del talento”, la quale ha declamato in chiave ironica la poesia “Tanto gentile e tanto onesta pare” del sommo poeta Dante Alighieri. Una volta conclusa la prima parte dell’evento, i presenti non hanno resistito alle degustazioni ispirate al mondo antico come il “libum” (panini al formaggio, ottimi in qualsiasi occasione) oppure il “panis despicitus” (del pane soffice, lo stesso che viene usato per la “scarpetta”). Dalle ore 21. 30 in poi è stato inaugurato, nella palestra grande, il cosiddetto “ballo studentesco”, evento magico stile in stile americano a cui hanno partecipato esclusivamente professori e alunni del Carducci. Strano a dirsi, ma tra le due categorie sociali si è creata una bella sintonia, mostrando una certa scioltezza da parte dei più giovani nell’eseguire i balli assieme ad un professore di cui uno temerebbe in aula la mattina: che sia stato un modo per rompere questo muro che blocca una tranquilla comunicazione tra docenti e discenti? Chissà, forse …
L’unica pecca di una manifestazione perfetta è stato però il finale: un eccesso di puntualità da far invidia agli orologi svizzeri. Allo scoccare della mezzanotte tutti gli studenti, come tante Cenerentola qualsiasi, sono usciti dalla palestra per recarsi al di fuori dei cancelli della scuola senza rendersi conto, la maggior parte, che la serata ha avuto termine nel caos totale con la lettura di un passo dell’ottavo libro dell’ “Iliade”, alternata nella parte italiana e greca da alcuni ragazzi, e con il lancio in aria di “due grappoli” di palloncini colorati. Certamente è giusto che venga “dato a Cesare quel che è di Cesare” onorando al meglio l’organizzazione “post scolastica” dei rappresentanti d’Istituto (Paolino Bottiglieri, Raffaele Nardi e Alessandro Visconti) e delle rappresentanti della consulta (Anna Napolitano e Virginia Carrella) e l’impegno di tutti coloro che si sono attivati nel far sì che ogni progetto venisse portato a termine nel modo più impeccabile possibile, però perché buttare all’aria il tutto affrettando il momento più solenne della serata? Si è verificato il classico esempio del “come perdersi in un bicchier d’acqua”: ai posteri l’ardua sentenza …
di Nicola Compagnone