Per l’Onu il 2016 sarà l’anno dei legumi

Mangiate un piatto di lenticchie, o di ceci, o di fagioli: farete felice Ban Ki-moon. Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha salutato con grande soddisfazione la decisione dell’Assemblea Generale di accogliere le pressioni della Turchia e del Pakistan e di dichiarare il 2016 “l’anno internazionale dei legumi”. Da New York a questo punto il testimone passa nelle mani della Fao e del suo direttore, Josè Graziano da Silva. Da Roma toccherà infatti alla Food and Agriculture Organization gestire le iniziative che durante l’anno dovranno essere adottate dal sistema Onu, dalla società civile, dal settore privato, per favorire la produzione e il commercio di queste preziose colture. E soprattutto, la speranza dell’Onu è che nel corso dell’anno si favoriscano e si adottino anche nuovi e intelligenti metodi di utilizzo delle centinaia di varietà di leguminose esistenti nel mondo.

Le Nazioni Unite scelgono con regolarità vari temi a cui dedicare un anno. Anzi spesso i temi possono essere anche più di uno. Il 2015 è stato dedicato alle tecnologie legate alla luce, e al suolo e alla necessità di proteggerlo dall’erosione. Il 2014 è stato dedicato alle piccole isole e all’agricoltura familiare. E il 2013 è stato invece l’anno della collaborazione internazionale per la protezione delle risorse idriche, e per la diffusione della quinoa, una pianta originaria del Sudamerica dalle forti proprietà nutritive.

Alle volte queste occasioni vengono usate per portare all’attenzione del mondo gravi ingiustizie, come nel 1981, l’anno che fu dedicato ai disabili, e che mise in moto una nuova sensibilità verso le insormontabili difficoltà che la società poneva sulla strada di questi nostri concittadini. Storici, per le ricadute che hanno avuto in tanti Paesi, sono stati anche il 1979 e il 1993, rispettivamente dedicati ai diritti dei bambini e delle popolazioni indigene.

Fagioli e lenticchie possono sembrare di poca importanza davanti ai temi giganteschi che l’Onu ha posto sul tavolo dei suoi membri nei decenni passati. E tuttavia, Ban Ki moon ha ricordato che allargare e rafforzare la produzione delle leguminose può essere una strada per combattere la fame nel mondo e allo stesso tempo migliorare la condizione della donna.

Le colture di fagioli, fave, ceci, lenticchie assicurano infatti un raccolto con le stesse ricche proprietà nutritive della carne a un costo molto inferiore. La loro resa abbondante, le eccezionali capacità “miglioratrici” che hanno sulla qualità del suolo e la loro facilità di lavorazione sono note da secoli nell’America Latina, in Africa e in Asia. Ma solo di recente la cultura occidentale sta imparando ad apprezzarne la versatilità anche nella cucina “sofisticata”. Con lo slogan “Semi nutrienti per un futuro sostenibile”, l’anno dei legumi intende dunque inserirsi a pieno diritto nel gigantesco sforzo che l’Onu propone al mondo per una crescita che non lasci nessuno indietro e allo stesso tempo non distrugga il pianeta.

 

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