Fondazione Giordano Bruno, ecco il perché del suo immobilismo: quando la burocrazia uccide la cultura

Nola – La Fondazione Giordano Bruno era nata per essere un efficace strumento di promozione del pensiero e delle opere del filosofo degli “Eroici furori” ma anche più in generale della cultura in senso lato e delle peculiarità del territorio nolano. Lo spettro potenziale delle iniziative è ampio: prevede la possibilità di corsi di formazione, convegni nazionali e internazionali, borse di studio, collaborazioni con istituti di ricerca.

L’atto costitutivo risale al 20 dicembre del 2008 e venne predisposto dal fondatore dell’ente: la Regione Campania. Il documento prevedeva che potessero successivamente aderire in qualità di soci – fondatori: la Provincia di Napoli ed il comune di Nola.

A parte un importante evento iniziale oggi l’attività di questo ente è limitata ad alcune iniziative ordinarie che, però, non hanno il rilievo auspicato. Da anni è impossibile una reale programmazione e le iniziative messe in campo sono quelle del Certame bruniano, del Festival Bruniano, di qualche convegno locale e della partecipazione, quale partner, a eventi organizzati da altri enti, tutte attività sostenute economicamente unicamente dal Comune di Nola che nel 2010 ha aderito alla Fondazione. Per il resto siamo di fronte ad una storia di burocrazia all’italiana che rimbalza tra un cavillo ed un altro, con una fila di fornitori che attendono notizie certe rispetto ai loro crediti, ed un’attività culturale che non decolla realmente perché bloccata dalle diverse interpretazioni che vengono date all’atto costitutivo ed alla natura della Fondazione stessa. A provare a mettere un po’ di ordine in questa intricata faccenda è l’avvocato Francesco Franzese che nel settembre del 2014 è stato nominato dal consiglio di amministrazione, Segretario generale dell’ente. Ma ripartiamo dall’inizio. Dopo la sua costituzione ad opera della Regione Campania che eroga il fondo di dotazione, nel gennaio 2010 aderisce alla Fondazione, in qualità socio – fondatore, il comune di Nola. L’ente di piazza Duomo nel consiglio di amministrazione può esprimere due componenti Nel frattempo nell’atto costitutivo, la Regione nomina Michele Mezza, giornalista Rai, quale presidente della Fondazione ed il maestro Vittorio Avella quale componente del Consiglio di amministrazione. Intanto la Provincia fino al febbraio 2014 non rende noto le sue intenzioni, in particolare se aderire o meno alla Fondazione. Solo dopo un’ ulteriore sollecitazione, questa volta del sindaco Biancardi, l’ente di piazza Matteotti comunica di non voler aderire. Nonostante un consiglio di amministrazione di fatto monco nel 2009 viene celebrata l’anteprima della Biennale Brunianaun’ iniziativa di livello internazionale con collegamenti satellitari con Mosca nella cui biblioteca è custodito un manoscritto di Giordano Bruno, il così detto codice Norov. La Fondazione in quella occasione presentò, in sinergia con l’Istituto Italiano di Studi Filosofici presieduto dall’avvocato. Gerardo Marotta, il progetto di restauro e riedizione ad opera di un editore francese del prezioso documento, e al tempo stesso, divenendo titolare dei diritti digitali, con obbligo di citazione della attività posta in essere sulle copie edite e distribuite in tutto il mondo.

L’immobilismo dei soci dell’ente, in particolare della Regione, costrinse il presidente Mezza, nel luglio 2009, alle dimissioni e con lui tutto il consiglio di amministrazione. Di qui inizia un lungo periodo di stand-by visto che la Regione non ha provveduto per anni alla nomina di un nuovo presidente e dell’altro membro che gli spetta in consiglio. Dopo numerose sollecitazioni nel 2011 viene nominato il professor Aniello Montano presidente, ed il preside Allocca come secondo membro.(quest’ ultimo si è successivamente dimesso ed attualmente non è stato ancora sostituito con una nuova nomina da parte della Regione)

Nel frattempo il comune di Nola aveva già provveduto alle sue due nomine con Vincenzo Meo e don Franco Iannone ma l’organo comunque non poteva operare visto che era monco.

Allo stato attuale risulta che il solo il comune di Nola ha versato il così detto fondo di scopo annuale che di fatto è utilizzato per l’organizzazione del Certamedel Festival Bruniano e delle poche altre iniziative. Che la Regione deve ancora saldare una parte dei costi sostenuti per la realizzazione dell’evento inaugurale del 2009(circa 30.000 euro): una situazione quest’ultima che grazie all’intervento del segretario generale Franzese ha trovato una parziale soluzione visto che era stata completamente dimenticata e la Regione aveva omesso di erogarla.

 Ma per rimettere realmente in pista la Fondazione occorre al di là della normalizzazione e l’approvazione di alcuni esercizi di bilancio sciogliere e chiarire un nodo giuridico. Per la Regione, l’ente in questione è autonomo e dunque va sostenuto con l’erogazione di contributi che in virtù dei tagli alla spesa non possono che essere tagliati. Da mesi, l’avvocato Franzese sta sottolineando come le cose non stiano così e cioè che la Fondazione in oggetto è un ente strumentale della Regione ed in quanto tale non percepisce contributi bensì un finanziamento con fondi di scopo, configurando in questo modo la fattispecie della “Fondazione di partecipazione”.

Da tempo sto insistendo per far valere questa posizione che è quella reale e giuridicamente corretta altrimenti non si capirebbe perché tutti gli atti di gestione debbano essere approvati dalla Regione. Ad oggi nonostante le difficoltà – afferma Franzese – abbiamo ottenuto un risultato importante che è quello di aprire un tavolo su questo tema che spero a breve possa far superare questo momento di impasse e rilanciare finalmente l’attività della Fondazione. Per la realizzazione, però, della mission affidata alla Fondazione, e con essa di uno sviluppo culturale-economico del territorio, è necessario che i soci, a partire dalla Regione, provvedano entro il prossimo mese di dicembre a porre in essere tutti gli atti necessari, a cominciare dall’approvazione dei bilanci consuntivi e di previsione e, soprattutto, ad approvare le necessarie modifiche statutarie che, ad oggi, impediscono una ordinaria e regolare attività dell’organo amministrativo. Non è secondaria, poi, la necessità che la fondazione abbia una reale sede operativa, ma per questo c’è già l’impegno del sindaco Biancardi e dell’assessore Trinchese che, entro fine anno, ci sarà”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *