Nola, ritorna la passione per il Subbuteo nel ricordo dei due scudetti vinti
Nola – Questa è una storia che parte da lontano.Una storia che inizia con la passione di un giovane ventenneper un famosissimo gioco che spopolava negli anni ’70 – ‘80 e che oggista tornando di moda (anche se adesso si chiama “Calcio da Tavolo”).
Parliamo del“Subbuteo”, conosciuto anche come“calcio a punta di dito”. La storia che raccontiamo ha inizio con Santino Simonetti che, durante un soggiorno in Inghilterra, scopre il Subbuteo e, come nelle più classiche storie d’amore, se ne innamora a prima vista.
Ritornato in patria, Santino, meglio conosciuto come Tino, coinvolge prima gli amici di Napoli e poi, trasferitosi a Nola, nel 1974 fonda il “Club Nola ’74”, riuscendo a trasmettere ai “subbuteisti nolani” la sua passione, l’entusiasmo, la sua visione del gioco fatta di allenamenti serrati, mentalità vincente e tattiche innovative, tutti ingredienti che fecero del club nolano una vera e propria fucina di talenti.
Il Nola infatti “sfornò”, in quegli anni, una serie impressionante di grandi giocatori: oltre allo stesso Tino, nomi comeFelice Meo, Enzo Riva (entrambi vincitori del “Guerrin Subbuteo”), Franco Forino, Nando Giampietro e Ianniello Antonio – il cd. “Brasile del Subbuteo”-(solo per citarne alcuni), ancora oggi, a distanza di più di venti anni incutono rispettoeammirazione nel “mondo Subbuteo”.
La scuola nolana divenne una delle più acclamate e conosciute non solo in Italia, ma anche in Europa; essa aveva caratteristiche proprie, tipiche e riconoscibili in ogni suo membro quali la propensione a giocare in maniera veloce, spesso“al volo”e la capacità ditirare con precisione da qualsiasi posizione: Nola era, per intenderci, negli anni ‘80 il farodel Subbuteo dell’intero Sud-Italia.
Nel 1988 Tino ebbe un’intuizione rivoluzionaria e veniamo così all’aspetto più interessante della storia cheandiamo a raccontare.
L’idea di Tino era quella di puntare al titolo di Campione d’Italia – a squadre- unendo tutti i migliori giocatori del Sud Italia, tra cui ovviamente molti erano nolani.
Il Nola, dunque, acquistò il titolo dell’Almas Roma (club che all’epoca era in Serie A) e tesserò i migliori “subbuteisti”da Roma in giù.
Nacquel’A.S.M. Nola ’74 (associazione subbuteistica meridionale).
Era singolare che la“Lega-Sud” del Subbuteo avesse come CapitaleNola e non città come Napoli oPalermo e già questa circostanzapermette d’intuire il prestigio raggiunto da Nola nell’ambiente-Subbuteo dell’epoca.
Come era lecito attendersi, il progetto di Tino si rivelò vincente: l’A.s.m. Nola ’74 si laureò Campione d’Italia nell’annata1987/1988, al termine di una cavalcata straordinaria.
L’impresa nolana ebbe una risonanza mediatica enorme, il trionfo nel massimo campionato di una squadra di provinciaera un evento più unico che raro e, proprio alla luce di ciò, sembra ancor più incredibile come quel successo fosse stato per anni dimenticato dagli albi ufficiali, resistendo solo nella memoria e nei racconti di chi aveva vissuto quel trionfo.
Ancor oggi i motivi di questo errore risultano inspiegati, fatto sta che dal 1988 quello scudetto veniva attribuito all’Almas Roma, ovvero il club che aveva ceduto il suo titolo al club Nola ‘74.
L’errore si è protratto per ben ventisette anni, forse anche a causa del sopravvenuto scioglimento del club Nola ’74, a cavallo degli anni ’94 – ‘95 e del conseguente disinteressamento alle vicende del Subbuteo.
Solo qualche mese fa Tino, per il quale ormai il Subbuteo evocavanostalgici ricordi, viene messo al corrente dell’errorepresente nell’Albo d’oro ufficiale.
Inizia quindi una battagliapresso la F.I.S.C.T. (Federazione Italiana Sport Calcio Tavolo) per la correzione dell’errore ed il conseguente riconoscimento ufficiale dello scudettoai veri vincitori.
La battaglia viene combattuta a colpi di inequivocabili documenti storici dell’epoca, conservati, per fortuna, gelosamente ed in perfetto stato dallo stesso Tino, che attinge al suo archivio storico personale, una vera pietra miliare per gli appassionati del Subbuteo.
Ad inizio Settembre 2015 finalmentela storia iniziata nel lontano 1988 trova la sua felice conclusione: alla A.S.M. Nola ’74 vienericonosciuto ufficialmente lo Scudetto vinto nel 1988 (qui è possibile consultare l’albo ufficiale: www.http://www.italiasubbuteo.it./eventi-federali/campionato-italiano-a-squadre).
Quello scudetto fu storico non solo perché era il frutto della geniale ideadi costituire una sorta di Lega-Sud, ma anche perché spulciando con attenzione l’albo d’oro ufficiale dal 1977 fino al 2015, si possono contare sulle dita di una mano i club di provincia che possono vantare il titolo di Campione d’Italia!
Il tuffo improvviso nel passato, le emozioni e i ricordi suscitati, la “seconda vittoria” dello Scudetto,non potevano che avere una sola conseguenza: far rinascere in Tino la voglia di tornare a giocare a “Subbuteo” e, magari, conquistare nuovamente quel trofeo.
Ci vuole poco a rimettere in moto la macchina: sono sufficienti un paio di chiamate ai vecchi amici-giocatori, una paginaFacebookcon il nome del club “A.S.M. Nola ’74” (https://www.facebook.com/ASM-NOLA-1974-1707106302835856/timeline/),qualche vecchia foto in bianco e nero di partite e vittorie passatee il gioco è fatto.
La risposta positiva dei nolani, dei campioni nolani, dei tanti appassionati non si fa attendere. Il club Nola ’74 sembra finalmente pronto per vivere nuove avventure. Questa volta, a dar man forte ci saranno anche i figli di quei campioni degli anni ’80, una intera nuova generazione da formare e, se buon sangue non mente, immaginiamo che la prossima storia del club Nola ’74, potrebbe iniziare dalla conquista della Champions League del Subbuteo.