Nola perde Mario Genovese prezioso custode della Festa dei Gigli
Nola – A pochi giorni dalla grande ballata dei Gigli, la Festa perde un altro dei suoi più importanti e conosciuti appassionati e devoti. Modi da gentiluomo quale egli era, elegante nel portamento, pacato, profondo conoscitore della millenaria tradizione: Mario Genovese era semplicemente questo.
La notizia della sua scomparsa ha lasciato tutti attoniti: qualcuno sapeva delle sue non ottimali condizioni di salute ma nessuno immaginava un epilogo così tragico.
Alla Festa ha dedicato tutti i suoi settant’anni di vita. Sin da giovane, infatti, iniziò a collezionare le pellicole più antiche sulla Festa dei Gigli e a raccogliere notizie sulle origini e sulla storia della kermesse. A partire dagli anni sessanta imbracciò egli stesso la cinepresa, cominciandone a filmare i momenti più belli e significativi. Un lavoro che è proseguito anno dopo anno con riprese proprie, senza mai smettere la sua estenuante ed appassionante ricerca di video a partire dal primo novecento passando per gli anni della guerra fino a giungere a quelli dell’immediato secondo dopo guerra.
Un impegno certosino, proseguito fino alla fine, per documentare l’evoluzione di una Festa che pur cambiando nelle sue forme esteriori ha conservato attraverso le generazioni, con il passaggio di testimone che è andato di padre in figlio, la sua originale energia e la sua primordiale identità.
E così senza volerlo, Mario Genovese, è divenuto uno “storico” della Festa e chiunque ne voleva farne un’ analisi più sistematica per conoscerne le trasformazioni o i protagonisti del passato, doveva per forza di cose “bussare” alla sua porta, sempre aperta per chi era veramente interessato a promuovere o a studiare la millenaria tradizione.
Uno delle sue ultime e come sempre disinteressate collaborazioni è stata in occasione del secondo anniversario del riconoscimento Unesco, l’8 dicembre, quando insieme alla Fondazione Festa dei Gigli fornì un contributo importantissimo per la proiezione in città delle immagini più belle del novecento inerenti alla kermesse ed ai suoi protagonisti.
E l’ente oggi preposto alla promozione della Festa dei Gigli non ha mancato di sottolineare l’alto valore dell’impegno di Genovese sviluppato nei suoi tanti anni di attività, esprimendo il profondo cordoglio per una scomparsa che lascia un vuoto incolmabile per l’intera città.
“La Fondazione Festa dei Gigli porge l’estremo saluto a Mario Genovese (foto Guido Di Somma) attento interprete della tradizione nolana, profondo conoscitore della Festa dei Gigli, appassionato custode di una preziosa cineteca dei Gigli”.
Ma il tratto principale che ha sempre distinto la vita di Genovese è sempre stato quello di rifugiare da qualsiasi tipo di “protagonismo”, smania che spesso contagia gli addetti ai lavori all’interno della Festa. “Tutto ciò che faceva lo ha sempre realizzato in maniera disinteressata e lontana da secondi fini”. Ricorda Nicola Natalizio, storico poeta nolano, che Genovese lo conosceva sin dagli anni della giovinezza.
La passione per la Festa lo ha portato ad immergersi in essa a tutto tondo: oltre alla realizzazione della sua straordinaria cineteca, era custode anche di un’ altra importante arte, come quella della così detta “attaccatura delle varre”.
E’ stato di fatto uno degli ultimi rappresentanti e depositari di un sapere sviluppato in anni di esperienza in quello che è un passaggio delicato ed importante per il buon trasporto della macchina da Festa.
Inoltre era iscritto alla Compagnia di San Paolino, dove non faceva mancare il suo prezioso contributo di esperienza.
Del resto tutta la sua attività è stata ispirata alla devozione verso il Santo: non a caso, nel corso dei funerali di ieri svoltisi in Cattedrale, gli amici hanno accompagnato a spalla il feretro di Mario, per un breve momento di raccoglimento, dinanzi alla cappella di San Paolino.
Poi l’uscita dal Duomo è stato accompagnato da un applauso spontaneo per salutare un altro grande figlio della città che con semplicità e devozione ha saputo lasciare un grande esempio di vita che ora tutti, in particolare i più giovani, sono chiamati a seguire. Un esempio di amore per Nola e per la sua millenaria Festa che grazie a uomini come Mario che ne hanno custodito e tramandato i suoi profondi valori, oggi è patrimonio dell’Unesco.