Autismo, sulle spiagge di Ostia approda la surf-terapia
Per iniziativa di uno psicologo livornese già campione della specialità sportiva, il dottor Antonio Rinaldi, si tengono corsi di surfing per bambini autistici o con difficoltà relazionali. Leggere il loro silenzio e stimolarli a sfidare le leggi dell’equilibrio e della natura. E’ questo il segreto del “Surfing voice”, la surf-terapia destinata ai bambini autistici approdata sulla spiaggia dello stabilimento “La Nuova Pineta” di Ostia attraverso il suo ideatore, lo psicologo Antonio Rinaldi, già famoso campione di tavola e ambasciatore Billabong.
Il “Surfing voice” è un progetto terapeutico unico al mondo e consiste nel fatto che, a differenza che nelle rare esperienze fatte sinora, i bambini autistici non sono solo sdraiati sulle tavole o tirati su da qualcuno, ma è loro insegnato a compiere un take-off in piena autonomia con una modalità che si basa sulla loro predisposizione alla logica ed al visivo. L’attività, avviata nel livornese, prevede un incontro preliminare con i genitori per renderli consapevoli del loro ruolo durante il camp e per dare modo ai bambini partecipanti di conoscere preventivamente gli spazi, cosa fondamentale nell’autismo. Poi tutti insieme in acqua, a spingere i ragazzi sulle onde.
“Uno dei tipici deficit dei bambini affetti da questa patologia – sottolinea il dottor Rinaldi – è una grande difficoltà di processare l’informazione in entrata strutturandola in una procedura che presuppone più passaggi consecutivi. Vuoi per una scarsa tolleranza all’attesa nella ricezione del messaggio verbale, per una difficoltà nell’autoregolazione e nella gestione delle emozioni che scaturiscono nel momento in cui si mettono alla prova o per una poca abilità nel riuscire a concatenare più azioni, questi bambini nel quotidiano sono considerati “inadatti” ad imparare e quindi a partecipare ad attività se non modificate espressamente per loro. Il surf oltre che suscitare entusiasmo stimola in loro la relazione, la comunicazione e il comportamento mentre li sollecita alla quasi totale autonomia nella gestione della tavola e nel rispettare una preciso processo dal cognitivo al motorio, della procedura del take off”.