Duro attacco di Berlusconi al premier Renzi

Nessuna apertura a Matteo Renzi ne’, tantomeno, al pacchetto riforme. Anzi, Silvio Berlusconi si presenta, davanti ai deputati prima e ai senatori poi, attaccando lancia in resta il premier, che definisce un dittatorello malato di bulimia di potere. Il Cavaliere torna a parlare ai parlamentari azzurri, ma al partito e ai suoi problemi interni dedica solo alcune frasi.
  Tranquillizza sul fatto che nessuno sara’ buttato a mare, io non ho mai tradito gli amici. Ma, al tempo stesso, spiega che il rinnovamento e’ necessario, che i volti nuovi andranno affiancati alla vecchia guardia. E presenta il nuovo ‘acquisto’, Andrea Ruggieri, neo nominato coadiuvante della Bergamini alla comunicazione, con il compito preciso di selezionare i volti da mandare in tv. Un nuovo “commissariamento”, tuona Raffaele Fitto. Pensiero, pero’, che accomuna piu’ di un azzurro, tanto da far crescere tra le fila dei forzisti il timore che la rottamazione sia ormai ben avviata.
  Poi, il leader azzurro rilancia il progetto del partito dei moderati, sul modello di quello americano: faremo il partito Repubblicano italiano, annuncia ai parlamentari azzurri. I cui volti, al termine di entrambe le riunioni, rivelano piu’ confusione che una ritrovata forza per affrontare i prossimi appuntamenti, sia parlamentari sia elettorali. La giornata di riunioni, del resto, viene caratterizzata dalla diserzione dei fittiani di entrambe le assemblee di gruppo, con Fitto che sferra un nuovo affondo al Cavaliere: le assemblee sono “inutili”, dice senza mezzi termini. Diverse le assenze (oltre ai fittiani) sia alla Camera sia al Senato. C’e’ invece Denis Verdini, che pero’ non proferisce parola per tutta l’ora e mezza di intervento dell’ex premier. Il quale, viene riferito, gli riconosce si’ la bonta’ del patto del Nazareno, ma come era stato congegnato all’inizio. Ora e’ tutt’altra cosa, si affretta a precisare Berlusconi, anche per sgombrare il campo dalle tante voci che lo vorrebbero tentato da un riavvicinamento al premier. E’ a lui, d’altra parte, che Berlusconi riserva le parole piu’ dure: con il combinato disposto di Italicum e riforme costituzionali Renzi mira a instaurare una piccola dittatura.
  Per questo, spiega il leader azzurro, Forza Italia non puo’ votare la riforma elettorale, che e’ una legge autoritaria con cui Renzi, con solo il 30% dei voti, si accaparra tutto spazzando via le opposizioni. E a chi temeva che non si sarebbe speso per la campagna elettorale per le Regionali, Berlusconi assicura che fara’ comizi e partecipera’ a iniziative, ma solo al chiuso o in televisione, perche’ – confessa l’ex premier ai parlamentari – la mia vita e’ a rischio, possono farmi degli attentati. Anzi, Berlusconi si spinge oltre e ai deputati forzisti confida di essere tra i bersagli dell’Isis. Non mancano, nei due interventi di Berlusconi, lunghi excursus su quanto accaduto negli ultimi anni, sui tre governi non eletti dal popolo, sulla persecuzione giudiziaria a cui e’ stato sottoposto, confermando che tornera’ pienamente in campo solo quando avra’ riacquistato in pieno la sua dignita’. Poi c’e’ il capitolo politica estera e emergenza immigrati: il Cavaliere, fresco dell’incasso del voto favorevole della maggioranza a parte della mozione FI sull’immigrazione, vanta i successi ottenuti dal suo governo, soprattutto in Libia. E illustra la sua ricetta per fronteggiare la crisi, pronto a fare la sua parte, anche perche’ finora, attacca ancora, questo governo ha fallito su tutti i fronti. Ben altra cosa, rivendica nuovamente Berlusconi, quando ero io a palazzo Chigi: tutti i capi di Stato mi amavano, ero conosciuto da tutti, fino in Cina e Giappone, anche grazie ai successi del Milan. Un amarcord che ad alcuni azzurri sa di malinconico, quasi un “assistere – spiega un berluscones della prima ora – all’ammissione che un’era e’ finita”. Ma le intenzioni di Berlusconi sono ben diverse: sono in campo, sono ancora io alla guida del partito, e’ il messaggio che ha voluto recapitare ai suoi e agli avversari – e solo io saro’ in grado di rifondare il partito e riunire i moderati: ci sono, ci siamo – tenta di galvanizzare le truppe – siamo ancora qui. L’ex premier, tuttavia, non scioglie alcun nodo interno, non entra nel dettaglio dei problemi che affliggono Forza Italia da mesi. Non una parola dedicata agli ‘avversari’ interni. Delle piccole beghe di potere, va ripetendo del resto ai fedelissimi, non voglio curarmi.

 

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