Nola, scarcerato l’ex assessore De Angelis. I legali ” Da tempo era estraneo all’attività della Gifra”
Nola – L’ex assessore Giampaolo De Angelis è stato scarcerato. E’ questo l’esito della decisione della dodicesima sezione del Tribunale del Riesame di Napoli presieduta dalla dottoressa Elivira Russa, pronunciata ieri sera.
A convincere i giudici del Riesame la linea difensiva rappresenta dagli avvocati difensori Antonio Tomeo e Salvatore Bifulco. De Angelis, arrestato nell’ambito di una vasta operazione nei confronti del clan Fabbrocino operante nell’area vesuviana, era accusato di associazione a delinquere di stampo camorristico e di fittizia intestazione di beni aggravata dall’articolo 7. Secondo gli inquirenti, De Angelis era solo nominalmente un socio della Gifra, società che di fatto era controllata dal clan e che rappresentava lo strumento attraverso il quale veniva imposta la vendita del calcestruzzo agli operatori del territori, monopolizzando illecitamente il mercato di riferimento.
Gli avvocati hanno argomentato come il proprio assistito fosse entrato come socio nella Gifra alcuni anni fa in occasione della realizzazione di un parco a Palma Campania che poi è stato completato: siamo nel 2007. Successivamente i legali hanno puntualizzato come De Angelis avesse smesso di occuparsi della società in questione tanto e vero che il 31 novembre del 2011 ha anche provveduto alla vendita delle proprie quote.
Una linea difensiva che ha probabilmente convinto i giudici del Riesame che hanno proceduto a rimuovere la misura cautelare in carcere: De Angelis è nuovamente un uomo libero. Nel corso di questi giorni l’ex assessore all’Urbanistica del comune di Nola si è mostrato molto collaborativo, sia dinanzi al Gip, nel corso dell’interrogativo di garanzia, che dinanzi al pubblico ministero Liana Esposito. In ambedue i casi ha chiarito la propria posizione dichiarando la propria estraneità ai fatti addebitati.
Sempre l’altra sera, il Tribunale del Riesame si è pronunciato anche circa l’istanza di Lorenzo Fabbrocino, detenuto ai domiciliari. In questo caso, la richiesta è stata però respinta.
L’inchiesta nei confronti che ha fatto luce circa il controllo del mercato del calcestruzzo da parte del clan Fabbrocino è il frutto di un’ intensa attività di indagine culminata alcuni giorni fa nell’operazione condotta dagli uomini del centro operativo della Dia di Napoli, guidato dal dirigente Giuseppe Linares, della squadra mobile di Napoli, condotta dal vice questore Fausto Lamparelli, e del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, guidati dal maggiore Michele D’Agosto, che hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia dal gip del tribunale di Napoli, nei confronti di 12 indagati. Alcuni vengono definiti dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli “esponenti apicali del clan Fabbrocino”, cartello operante nei Comuni di Nola, San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania, Camposano e aree limitrofe, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, trasferimento fraudolento di beni, estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, con l’aggravante del metodo mafioso.
Secondo quanto evidenziato dal provvedimento cautelare, l’indagine ha monitorato episodi avvenuti tra il 2007 e il 2012, accertando ancora una volta l’importanza strategica dell’attività di produzione del calcestruzzo per un clan camorristico che rappresenta un ottimo strumento per mascherare le estorsioni attraverso l’imposizione delle forniture condizionando il libero mercato della domanda e dell’offerta.