8 marzo, Servizio sanitario nazionale sempre più rosa

“Ormai le donne medico sono tantissime, circa il 40% del totale, ma fra i più giovani – quelli tra i 25 e i 29 anni – il sorpasso c’è già stato: le donne sono quasi il doppio. A lungo andare si modificherà il volto del Servizio sanitario nazionale, e c’è da dire che le dottoresse, dalla loro, hanno una maggior capacità di empatia e comunicazione con i pazienti”. Lo spiega all’Adnkronos Salute la parlamentare Ndc, nonché medico radiologo, Dorina Bianchi, che in vista dell’8 marzo sottolinea come il Ssn sia sempre più rosa.
 
“Da studentesse le ragazze sono le più brave nei test di ammissione a Medicina, si laureano prima e con i voti più alti. Ma ancora sono poche quelle che riescono a raggiungere ruoli apicali: presidi e rettori donne restano una minoranza”, ricorda.
 
E i numeri sembrano dare ragione alla Bianchi. All’Ordine dei medici risultano iscritti 233.057 uomini e 151.533 donne (all’aprile 2014), ma fra gli ‘under 40’ le donne sono la maggioranza. Un dato che spicca è quello dei dottori di 25-29 anni: circa 6.700 uomini contro quasi 10.500 donne. Una situazione diametralmente opposta a quella che si riscontra tra i medici di 55-59 anni (oltre 48mila maschi contro quasi 26.500 femmine), e tra i 60 e i 64 ani (49.600 maschi circa contro quasi 18.200 femmine). E in strutture come l’ospedale pediatrico Bambino Gesù il 69,4% del personale (3.405 persone in tutto) è rappresentato da donne.
 
“Le donne medico per la salute possono fare molto, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e la comunicazione. Proprio per la loro capacità di empatia e il fatto di saper parlare alle altre donne, che si occupano della salute dei loro familiari. Inoltre in questi anni – rileva la Bianchi – assistiamo a numerosi successi delle nostre ricercatrici, in Italia e all’estero, con pubblicazioni su riviste di eccellenza e risultati che fanno il giro del mondo”.
 
Importante anche il ruolo delle dottoresse nella formazione continua in medicina: “La presenza di docenti donna nei corsi Ecm può aiutare ed essere uno stimolo, favorire la comunicazione e colmare il gap” che ancora vede privilegiati i docenti maschi. “La concentrazione di donne – prevede Bianchi – aiuterà la sanità a cambiare in modo positivo, ripensando anche i tempi dei servizi e del lavoro, che rispettino maternità e famiglia. E’ un aspetto, questo, che con l’aumento delle donne medico andrà affrontato. Ancora oggi, infatti, queste ultime fanno meno figli per la difficoltà di conciliare carriera e lavoro. E le radiologhe, in particolare, ancor di meno”, testimonia.

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