Villaggio preistorico: il geologo Giuseppe Chiera analizza lo studio dell’Amra
Nola – Nello scorso mese di aprile l’Amra ha redatto uno studio di fattibilità per risolvere il problema dell’innalzamento della falda che ha invaso il sito archeologico del Villaggio Preistorico di Nola.Tale studio è stato commissionato dall’assessorato ai lavori pubblici della Regione Campania in quanto quest’ultima è proprietaria del sito. Il geologo nolano Giuseppe Chiera ha preso visione del citato studio e dopo aver letto tutta la relazione resta stupito dal fatto che pur essendo uno studio di fattibilità alternativo a quello commissionato in precedenza dalla Sovrintendenza ad una Società del settore, riporta gli stessi dati e quasi sempre le stesse considerazioni. Certamente c’è di nuovo qualcosa ovvero una nuova soluzione e la quantificazione dei costi per realizzare una delle due soluzioni proposte. “ Abbiamo un ’assenza di uno schema locale della circolazione idrica sotterranea ovvero una carta che illustri l’andamento della falda o meglio la direzione di flusso dell’acqua sotterranea nell’area d’interesse circoscritta al solo sito del villaggio preistorico – dichiara Chiera – l’ultimo studio redatto ricalca i concetti già espressi nella relazione precedente commissionata dalla Sovrintendenza. Si legge nell’ultimo elaborato che necessitano ulteriori indagini in sito per la progettazione esecutiva, ma intanto le capanne, se esistono ancora, sono sommerse d’acqua”. Forse, continua ironicamente il geologo Chiera, un cambiamento climatico o meglio un periodo di siccità aiuterà ad eliminare l’acqua dallo scavo. Non occorre altro che attendere tempi migliori. Intanto, i dati pluviometrici registrati alla stazione agrometereologica di Marigliano degli ultimi 2 anni (2009/2010) fanno registrare la tendenza all’aumento della piovosità mentre i prelievi di acque dal sottosuolo tendono a diminuire. “Chissà se il nuovo campo pozzi progettato dall’ARIN e realizzato tra il 2007 e il 2009 nel comune di San Felice a Cancello (CE) – aggiunge ancora Chiera – contribuirà ad abbassare il livello di falda visto che dovrebbe sopperire alla chiusura dei pozzi a Lufrano, la cui dismissione è appunto citata come concausa di innalzamento del livello di falda nelle aree pianeggianti. Tale citazione riportata anche nel nuovo studio, come probabile causa dell’innalzamento delle falde acquifere non è supportata da alcuna stima numerica o meglio, da un bilancio magari utilizzando sia dati dei pozzi registrati, in possesso della Provincia sia i dati pluviometrici esistenti in possesso della Regione. La soluzione al problema va ricercata solo dopo un attento studio. Ciò sta ad indicare che necessita, nella zona di interesse, individuare (con un attento censimento) una maglia di pozzi su cui poggiare le relative misurazioni ed al contempo, verificare se fossero intervenute significative variazioni nella direzione di flusso delle acque sotterranee rispetto agli studi precedenti riportati in bibliografia; infine – continua Chiera – bisogna dettagliare l’andamento della falda superficiale in relazione alla problematica delle acque sotterranee nel villaggio. In altre parole è necessario una definizione di un modello preliminare di flusso della falda acquifera per raggiungere i seguenti obiettivi: ricostruzione della geometria dell’acquifero; ricostruzione del campo di moto della/e falda/e presenti (piezometrie, vie di circolazione preferenziali ecc.); valutazione dell’entità dei deflussi sotterranei; definizione dello schema definitivo di circolazione idrica sotterranea a grande scala e a scala locale; simulazione degli effetti dovuti agli interventi di progetto; dimensionamento e simulazione delle opere di drenaggio – captazione in progetto per evitare fenomeni di innalzamento incontrollato dei livelli di falda; quantificazione delle portate in gioco. I risultati della modellazione dovranno essere in grado di fornire un supporto alle decisioni progettuali L’utilizzo di software appropriato potrà simulare l’effetto delle opere necessarie all’abbassamento della falda e verificare l’interazione con il sottosuolo e le opere esistenti Certamente un quesito resta ancora irrisolto quali saranno e se ci saranno effetti negativi indotti dall’abbassamento “forzato” della falda nelle aree adiacenti il villaggio con le soluzioni proposte? Al momento vi è una sola certezza: l’acqua che copre le capanne del Villaggio Preistorico di Nola”