Rubrica APERTA-MENTE: Il futuro nelle mani di qualcun altro
Spesso,parlando con amici,persone a noi care, nostri coetanei, del nostro futuro e dei nostri progetti, si nota che c’è un’unica certezza: noi non abbiamo certezze!E’ proprio così,non vuole essere una frase ad effetto, ma siamo seriamente convinti che la nostra “generazione”,nel 2011, è totalmente in balìa delle decisioni altrui e priva di potere riguardo la propria esistenza: è come se avessimo una specie di predisposizione genetica. Rifletteteci un attimo.
Da piccoli ci sono i nostri genitori che ci caricano con tutto il peso delle loro aspettative fatto di sogni infranti,traguardi non raggiunti,desideri inespressi.
Da adolescenti ci sono i coetanei,che ci dicono come vestirci,quale musica ascoltare,i posti da frequentare;il cosiddetto gruppo dei pari: una vera mannaia per l’espressione individuale.
Poi arrivi ad un certo punto in cui il giorno prima eri un adolescente ribelle ed il giorno dopo non sai assolutamente cosa ti accadrà,non puoi andare avanti né tornare indietro : sei in un limbo.
Intorno a te senti gente che ragiona , si interroga e cerca “soluzioni” al problema che generalmente viene definito “disagio o problema giovanile”, ed arrivano teorie di ogni sorta ,da politici di ogni colore,che si sentono in diritto di propinarci i loro discorsi moralisti,pieni di incitazioni vuote e inconsistenti e si aspettano che noi ,passivamente, accettiamo il destino che ci hanno programmato come zombie,anzi, come scimmie da laboratorio.
“Sono sicuro che i giovani hanno un futuro!”;”I giovani devono essere uniti,non rinunciare ai loro sogni”;”La politica è vicina ai giovani” ; ecco cosa ci sentiamo dire,tutte frasi di circostanza,ma niente che assomigli ad un tentativo di risposta ai nostri interrogativi,nulla che ci indichi una strada da seguire,che ci mostri una luce in fondo al tunnel. Probabilmente nemmeno c’è una soluzione del genere, ma che ce lo dicessero chiaro e tondo!Noi non abbiamo bisogno di qualcuno che ci trovi il cosiddetto “posto fisso”,abbiamo bisogno di qualcuno che ci metta nelle condizioni di camminare ognuno per la propria strada, e che, a parità di capacità, siano date le stesse possibilità a tutti.
Quello che vogliamo dire è che,data l’attuale situazione sociale e politica del nostro paese, l’unica soluzione pensabile è quella di investire sul nuovo e tentare un radicale cambio di rotta. Il nuovo in teoria dovremmo essere noi ,ma nella pratica non lo diventeremo mai se continuiamo a vivere all’ombra dei mitici anni Ottanta, quando “tutto era concesso a tutti”.
Tutto questo potrà sembrare fuori luogo dato il tema della nostra rubrica, ma siccome è stata più volte ribadita la totale libertà di discussione che la vuole caratterizzare,soprattutto quando si tratta di affrontare temi che ci toccano da vicino,allora possiamo ben dire che parlare del nostro futuro è tutt’altro che fuori luogo.
Di Autilia Scala