Nola: Piazza D’ Armi: è quasi fatta
Nola – Piazza D’ Armi è quasi fatta. A fine luglio l’ultimo decisivo tavolo tecnico tra comune, Demanio e Soprintendenza per i beni archeologici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e provincia. Un tavolo che potrebbe sancire, finalmente, il passaggio definitivo della proprietà di Piazza D’Armi dal Demanio al Comune. “ Siamo ormai molto vicini al traguardo – ha dichiarato il sindaco di Nola Geremia Biancardi – si tratta di una vicenda annosa a cui abbiamo voluto mettere la parola fine con impegno attento e tenace”. Lo stesso Biancardi ha seguito l’intero evolversi della questione, in prima persona, non “mollando” mai la presa. Tanti gli incontri svoltisi in questi mesi fino a giungere alla possibilità apertasi con il federalismo demaniale di poter acquisire gratuitamente l’ area a patto che i beni vincolati fossero interessati da progetti migliorativi. Siccome la caserma Amedeo Aosta è un bene vincolato dalla Soprintendenza, nelle scorse settimane, è stato chiesto ed ottenuto il nulla osta dalla stessa che ha riconosciuto il carattere migliorativo dei progetti in cantiere. Al momento, come è noto, tutti i progetti di riqualificazione sono congelati, proprio perché è il passaggio dal Demanio non si è perfezionato ancora. Ma come detto, manca solo un ultimo tassello per la formalizzazione della proprietà in capo all’ente comune. Vale la pena ricordare come una parte di Piazza D’Armi sia già entrata nel patrimonio comunale, in forza di una sentenza del Tribunale di Napoli del dicembre del 1982 che condannava l’amministrazione dello Stato a rilasciare, in favore del comune di Nola, difeso all’epoca dall’avvocato Cesare Soprano, l’area di 25.000 metri quadrati, quella corrispondente più o meno all’area dell’ex stadio comunale. La sentenza riconosceva che si erano avverate le condizioni contemplate dall’articolo 9 della convenzione stipulata nel 1888. Non a caso, l’ufficio urbanistica ha, qualche tempo fa, dato mandato ad un tecnico di procedere alla suddivisione in lotti dell’area, così come previsto dalla sentenza appena richiamata.