Chiusura Università:parte la raccolta firme
Nola Continua la raccolta di firme da parte delle associazione studentesche dell’Università Parthenope. L’ obiettivo è tagliare la quota seimila. Tante firme quanti sono gli iscritti all’ateneo. Nei giorni scorsi la raccolta ha interessato vari punti della città e lo stesso centro commerciale Vulcano Buono, dove in poche ore sono state raccolte ben 400 firme. “ Alla fine della raccolta – ci dice uno dei rappresentanti dell’associazione Intesa Universitaria, Gennaro Saiello – è quella di portare queste firme all’ attenzione del presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, per rappresentargli la situazione della nostra università che conta ben seimila iscritti e che merita di essere sostenuta. Nonostante gli eventi appaiono negativi noi crediamo che l’ateneo a Nola possa essere salvato, sfuggendo ai rigidi parametri della Riforma Gelmini. Il punto di forza crediamo sia proprio nei numeri. Una realtà con seimila studenti – prosegue Saiello – non è un centro di spesa inutile. Qui c’è un’ utenza attiva, una comunità ben nutrita, un punto di riferimento per un intero territorio. Fin quando ci sarà uno spiraglio per continuare la nostra lotta, noi continueremo a batterci con tutti gli strumenti a disposizione. Certo se la sede della Reggia Orsini fosse stata già libera dal Tribunale, consentendo all’Università di avere maggiori spazi, molto probabilmente, le difficoltà sarebbero state minori. Tra queste vi è quella di un eccesso dei fitti passivi. Ma come è noto, sebbene la giunta Biancardi, sin dal suo insediamento abbia destinato l’antica Reggia Orsini all’ateneo, i tempi della disponibilità concreta sono purtroppo ancora lontani, visto che l’ultimazione dei lavori della Caserma Principe Amedeo, dove dovrebbe trasferirsi il Tribunale, hanno una prospettiva ancora molto lunga prima di essere conclusi. “ Noi siamo fiduciosi – ha concluso lo stesso Gennaro Saiello – che nonostante sia stato firmato un protocollo d’intesa tra Rettore, Ministro e Presidente della Regione Campania, che va nella direzione di una chiusura dell’ateneo nolano, noi crediamo che vi siano ancora i margini per una nuova piattaforma che possa salvare la nostra Università”.
di Antonio D’Ascoli